Il mistero della torcia svanita



Il mistero della torcia svanita

È noto che i relitti in fondo al mare sono pieni di fascino e mistero. Il fascino della storia che raccontano e il mistero che li avvolge; chi erano i marinai? Quanti si sono salvati e quanti purtroppo ancora giacciono in quelle lamiere? Cosa trasportava e perché è affondato?

Ma quello che ci capitò il 14/10/2018 non fa che aggiungere altro mistero alla storia di uno di questi relitti. Quel giorno partimmo tutti per immergerci sui resti della Bettolina, piccola nave tedesca di 40 metri, affondata nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale, mentre trasportava sacchi di sabbia e cemento da utilizzare per le fortificazioni marine.

Per molti di noi questo era il primo relitto. Gli istruttori del club, tra cui Roberto e Gianluca, lo avevano scelto in quanto immersione relativamente semplice, anche se necessitava di brevetto Advanced o Open con specialità deep. La Bettolina si trova infatti adagiata in assetto di navigazione sul fondale sabbioso a circa 30 metri di profondità.

Come dicevo, quella mattina partimmo da Abbiategrasso pieni di entusiasmo, con i vecchi del club che ci dissero cosa avremmo potuto vedere durante la perlustrazione.

Partendo dalla scaletta a poppa, ricoperta da luccicanti anemoni gioiello, ci dirigemmo verso prua, dove si ergevano meravigliosi spirografi. Il relitto era popolato da innumerevoli altri ospiti: gronghi, murene, polpi, aragoste e astici. Non mancavano poi gli anemoni e i nudibranchi, oltre a predatori come dentici e ricciole, in caccia di acciughe o castagnole. Ci spiegano anche come affrontare la nostra prima immersione su di un relitto: ad esempio come scendere, considerando che ci tuffiamo nel blu e non vicini ad una parete. Giunti al Diving iniziammo a prepararci e sempre più invogliati, caricammo tutta l’attrezzatura sulla barca, pronti per la nostra avventura.

Qui inizia il mistero; Paolo, un nostro socio molto esperto, si accorse di non avere più con se la sua fidata torcia, compagna di mille esplorazioni marine, tutti assieme iniziammo a cercarla ovunque sulla barca ma niente, la torcia non si trova più. Iniziammo quindi a chiedergli se l’avesse effettivamente portata con se o se si fosse ricordato di caricarla in barca. Quando siamo tutti in acqua, Paolo fece un ultimo tentativo: chiese al barcaiolo di setacciare la barca adesso che era vuota, ma anche questo tentativo dette esito negativo. Fortunatamente, da sub esperto qual è, Paolo porta sempre con se una torcia di riserva e visto che l’immersione è diurna e la visibilità è buona, decise di immergersi con una torcia sola. Potemmo a quel punto iniziare la nostra bella esplorazione.

Non vedemmo più la torcia quindi ma, come nei migliori racconti di Edgar Allan Poe, essa ricomparve misteriosamente poco tempo dopo, illuminandoci dalle foto fatte quel giorno attorno al relitto, per poi spegnersi e scomparire definitivamente una volta riemersi dalle acque.

Questa storia viene da allora tramandata a tutti gli allievi dei corsi OWD e ogni volta che torniamo sulla Bettolina ci domandiamo: “Anche questa domenica la torcia svanita ci accompagnerà sottacqua?”.

Inutile dire che adesso Paolo ha una torcia nuova.

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